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martedì 31 maggio 2016

Part-Time agevolato: ennesimo flop?

La Legge di Stabilità 2016 ha previsto, in favore di coloro che matureranno il diritto alla pensione di vecchiaia entro il 31 dicembre 2018, la possibilità di accedere ad una riduzione agevolata dell’orario lavorativo, a patto che la richiesta di trasformazione da full-time a part-time (tra il 40 ed il 60 per cento) venga accolta dal datore di lavoro.

Sul piano delle agevolazioni, in simili casi, è previsto che, nonostante la riduzione dell’orario, il lavoratore continuerà a maturare l’intera contribuzione figurativa, mentre, dal punto di vista retributivo percepirà un compenso aggiuntivo, oltre allo stipendio commisurato alle effettive ore di lavoro, equivalente ai contributi pensionistici che l’azienda avrebbe dovuto versare all’Inps sulla prestazione non effettuata in conseguenza del part-time.


Dopo mesi di proclami, la nuova “agevolazione” va annoverata nella consueta produzione normativa elaborata da un esecutivo che, così come i precedenti, sul piano giuslavoristico si è distinto finora più per il numero delle novità prodotte che per la loro utilità.

Insomma: così come avvenne per l’annunciata riforma epocale della percezione in busta del Tfr, anche la misura del c.d. pensionamento attivo rischia di tradursi in un vero e proprio flop.

In tempi in cui chiunque fatica ad arrivare a fine mese, il legislatore dovrebbe spiegarci perché un lavoratore, seppure prossimo alla pensione, sarebbe propenso ad  accettare una riduzione dell’orario e quindi dello stipendio, quand’anche contemperato in parte da una quota di retribuzione aggiuntiva.

Sul fronte aziendale, inoltre, è difficile immaginare come i datori di lavoro possano accogliere favorevolmente le eventuali richieste di riduzione dell’orario  presentate dai dipendenti, atteso che, a fronte di sicuri scompensi nella gestione dell’impresa, per loro non è stata prevista alcuna agevolazione.

In sostanza, nulla si muove nel campo del lavoro. Si continua a cambiare tutto affinché nulla cambi.


Dott. Valerio Pollastrini

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