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MEDIA-LABOR Srl - News dal mondo del lavoro e dell'economia


martedì 29 settembre 2015

Anac - Prezzi di riferimento in ambito non sanitario

Anac, Nota del 29 settembre 2015

Pubblicati i prezzi di riferimento della carta in risme

Pubblicati i primi prezzi di riferimento in ambito non sanitario di cui al d.l. n. 66/2014., sulla base dei dati comunicati fino alla data del 31 maggio 2015, dalle stazioni appaltanti appartenenti alla categoria delle “amministrazioni pubbliche”, secondo quanto previsto dalla Delibera n. CP-22 del 26 novembre 2014:

I prezzi di riferimento pubblicati sono relativi alla fornitura di carta in risme. Le informazioni raccolte nel corso della rilevazioni di cui alla suddetta delibera hanno consentito di valutare, attraverso l’analisi econometrica, l’influenza delle caratteristiche del bene e delle condizioni della fornitura sul prezzo della carta:

Sono stati pertanto calcolati i prezzi di riferimento per le tipologie di carta più frequentemente acquistate, in particolare:

1.carta formato A4 in risme da 500 grammatura da 80 a 84 g/mq in scatole da 500 risme

2.carta formato A3 in risme da 500 grammatura da 80 a 84 g/mq in scatole da 500 risme

-         Prezzi di riferimento in ambito non sanitario:

Cna – Volkswagen. Vaccarino: “Rischio effetto domino. Minata la fiducia, serve rispetto delle regole”

Cna, Comunicato Stampa del 29 Settembre 2015

“Il rischio è quello di un effetto domino in tutta la filiera dell’automotive. Per questo confidiamo su un sistema di controlli rigorosi che consenta di riconquistare la fiducia dei consumatori e la corretta concorrenza tra le imprese”. Lo ha dichiarato il Presidente nazionale della CNA, Daniele Vaccarino, commentando lo scandalo dei motori diesel Volkswagen. Come affermato dal viceministro ai Trasporti, Riccardo Nencini, a margine del meeting nazionale dei Centri di revisione, organizzato da CNA Autoriparazioni, "sarebbero circa un milione i veicoli coinvolti secondo una previsione di massima e sono in corso controlli per verificare il danno provocato anche in Italia".

“Chi ha truffato dev’essere punito – ha aggiunto Vaccarino - la professionalità e il rispetto delle regole sono la prima forma di legalità, una cultura che cerchiamo di diffondere e mantenere tra le nostre imprese e che tutti dobbiamo contribuire a rispettare. Altrimenti, scandali come quello della Volkswagen rischiano di diffondersi a macchia d’olio e minare la tenuta dell’intera economia”.

Agricoltura: Regione Lazio, nuova vita per i vecchi casali

Regione Lazio, Comunicato Stampa del 28 settembre 2015

Le aziende agricole possono già presentare progetti e proposte ai Comuni per dare un nuovo utilizzo dei manufatti esistenti: turismo rurale, ricettività rurale, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli e tipici. Gli imprenditori agricoli potranno demolire, ricostruire e delocalizzare all’interno della loro azienda agricola senza aumentare la cubatura e con l’obbligo di mantenerne la destinazione agricola

28/09/2015 - La Regione introduce una novità storica, attesa da anni: da oggi gli imprenditori agricoli potranno demolire, ricostruire e delocalizzare all’interno della loro azienda agricola i manufatti esistenti. Il tutto a due condizioni: senza aumentare la cubatura e con l’obbligo di mantenerne la destinazione agricola. Una grande opportunità di sviluppo e lavoro, perché incentiviamo le attività economiche nel settore agricolo e dei servizi.

Le aziende agricole possono già presentare progetti e proposte ai Comuni per dare un nuovo utilizzo dei manufatti esistenti: turismo rurale, ricettività rurale, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli e tipici,  ristorazione e  degustazione di prodotti tipici, attività didattiche, socio-culturali, ricreative e terapeutiche-riabilitative.

Ecco cosa prevede il nuovo regolamento: la condizione per intervenire è che il 90% del proprio territorio aziendale sia destinato all’attività agricola e che i prodotti utilizzati siano per almeno il 50% provenienti dalla stessa azienda o da altre aziende agricole che operano nel territorio regionale. Già è possibile presentare progetti e proposte ai Comuni per l’utilizzo dei manufatti esistenti con nuove funzioni: turismo rurale, ricettività rurale, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli e tipici, ristorazione e la degustazione di prodotti tipici, le attività didattiche, socio-culturali, ricreative e terapeutiche-riabilitative.

Una leva importante di sviluppo sostenibile del sistema economico e territoriale. Il nuovo regolamento è uno strumento decisivo per il raggiungimento di una serie di obiettivi: mettere fine all’espansione edilizia in Agro Romano, tutelare il territorio agricolo potenziando l’agricoltura; gestire le aree naturali protette per valorizzarne gli aspetti ambientali, naturalistici ed economici, aumentare l’offerta di servizi ai cittadini, creare nuovi posti di lavoro soprattutto per i giovani, il tutto contrastando il fenomeno della frammentazione fondiaria e della dismissione dell’agricoltura e incentivando gli interventi volti alla ricomposizione e all’uso del territorio agricolo.

"Nelle nostre campagne ci sono tanti casali abbandonati, strutture agricole che non hanno più una funzione e spesso dopo essere andate in rovina vengono trasformate in obbrobri o solo in immobili residenziali, oppure vengono per anni abbandonate creando zone anche pericolose – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: grazie a questo nuovo regolamento questa fase si chiude.  E' una bella rivoluzione e il cuore della proposta è valorizzare l'agricoltura regionale e il paesaggio, e rendere la nostra regione più bella e più fruibile da parte dei turisti”- ha detto ancora Zingaretti.

Termini Imerese: Blutec conferma piano. Avviato iter per Cigs

Ministero dello Sviluppo Economico, Comunicato Stampa del 29 settembre 2015

Ministro Guidi presiede tavolo: siamo confidenti sul progetto

Blutec conferma il piano industriale per il rilancio del sito di Termini Imerese che prevede come primo step la produzione di componentistica per l'industria automotive.

L'azienda ha inoltre annunciato di avere presentato ad INVITALIA la necessaria documentazione che attesta la disponibilità finanziaria a sostegno degli investimenti previsti.

Il Ministero del Lavoro ha chiarito che è in corso l'iter burocratico per il riconoscimento del pagamento della CIGS ai lavoratori.

E' quanto emerso nel corso del Tavolo presieduto dal Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi cui hanno partecipato il Sottosegretario al Ministero del Lavoro Teresa Bellanova, il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, rappresentanti delle istituzioni locali, dei sindacati, dell'azienda e INVITALIA.

Quest’ultima ha precisato di aver ricevuto da un primario istituto di credito europeo la disponibilità a concedere a Blutec un finanziamento a copertura del fabbisogno di capitale per investimenti e per l'attività corrente. Fatte le ultime verifiche , il Cda di INVITALIA sarà chiamato a breve a deliberare l'approvazione del contratto di sviluppo e il conseguente finanziamento a favore di Blutec.

"Stiamo cercando di dare concretezza ad un progetto importante. L'operazione è complessa e ha come fulcro Termini Imerese ma va inserita in un contesto più ampio. Siamo fiduciosi che il progetto vada avanti", ha detto il Ministro Guidi.

Cdl - Conti correnti bancari sotto la lente del Fisco

Consiglio Nazionale Consulenti del Lavoro, Nota del 29 Settembre 2015

La Cassazione con la sentenza n. 18126 del 15/9/2015 ha stabilito che i dati risultanti dai conti correnti bancari assumono rilevanza ai fini della definizione del reddito imponibile se non sono giustificati. I controlli effettuati dall'Agenzia delle Entrate, come sancito dall'art. 32 del dpr 600/73, riguardano innanzitutto la rettifica delle dichiarazioni dei redditi di qualsiasi contribuente, a prescindere dalla natura dell'attività svolta e dalla quale provengano i redditi.

Poiché, però, non si può presumere in via generale e per qualsiasi contribuente la produzione di un reddito da una spesa, tranne che per imprenditori o lavoratori autonomi, per i quali, invece, le spese non giustificate possono ragionevolmente ritenersi costitutive di investimenti, i giudici hanno ritenuto che determinandosi in questi casi un'inversione dell'onere della prova a carico del contribuente, quest'ultimo deve dimostrare che gli elementi desumibili dai conti correnti non si riferiscono ad operazioni imponibili, fornendo così una prova analitica e non generica.

Confcommercio - Con i social network il negozio diventa digitale

Confcommercio, Comunicato Stampa del 28 settembre 2015

Si è tenuta a Cagliari la quinta tappa del Roadshow formativo organizzato dai Giovani Imprenditori di Confcommercio e Facebook. Pigliaru: "la Regione deve aiutare le imprese ad essere innovative". Micheli: "non dobbiamo commettere l'errore di non sfruttare lo strumento del web".

Il negozio tradizionale non chiude ma si trasforma sfruttando le opportunità di internet ed in particolare dei social network. Strategie di marketing più efficaci, profilazione dei clienti, internazionalizzazione aziendale dalla scrivania dell'ufficio e razionalizzazione dei costi sono gli strumenti messi a disposizione del social market e da Facebook in particolare. E proprio gli esperti del colosso mondiale della comunicazione e condivisione online sono arrivati a Cagliari per la quinta tappa del roadshow nazionale organizzato dai giovani imprenditori di Confcommercio, un appuntamento che ha registrato il record di partecipanti all evento tra piccoli e medi imprenditori. All'appuntamento anche il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru. "La pagina di Facebook é la vetrina gratuita per ogni azienda e permette una strategia 'mobile' istantanea che va curata dal punto di vista editoriale e per connettersi direttamente con i consumatori. il secondo passo - ha spiegato Francesca Capobianchi, Smb Community Engagement Market Lead di Facebook -è l'attività di target per trovare il pubblico attraverso l'advetrising, per non disperdere il budget. Sulla piattaforma, infatti, sono già presenti presone che condividono passioni e inclinazioni. Terzo passo è misurare in tempo reale la performance". Secondo Pigliaru i social network rappresentano "opportunità maggiori per le imprese sarde con possibilità di far conoscere i nostri prodotti nel mondo a costi inferiori, perché la geografia conta molto meno di prima. In questo senso la Regione deve aiutare le imprese ad essere innovative: abbiamo società in house che devono dedicarsi a questo e una spinta arriverà anche dall'ex Manifattura tabacchi". "Questo evento è uno degli strumenti che Confcommercio vuole mettere a disposizione delle imprese associate per far conoscere le opportunità del web e dei social per aumentare le prestazioni. La vetrina e il negozio fisico - ha sostenuto Alessandro Micheli, presidente nazionale dei giovani di Confcommercio - rimarranno centrali, ma noi imprenditori non dobbiamo commettere l'errore di non sfruttare lo strumento del web". "Attraverso l' innovazione il commercio sta diventando il driver dell' economia - ha osservato Agostino Cicalò, presidente di Confcommercio Sardegna - superiamo i limiti geografici e logistici e se siamo bravi siamo in grado di comprare e vendere in qualunque parte del globo".

Money transfer, record di sanzioni privacy

Garante della Privacy, Newsletter del 28 settembre 2015

Bilancio dell'attività ispettiva del primo semestre 2015. Per il secondo semestre previsti controlli su banche, Caf, software house, carte di fedeltà

153 ispezioni, 1.730 mila euro di sanzioni già riscossi dall'erario, 20 segnalazioni all'autorità giudiziaria, avviati procedimenti sanzionatori relativamente a circa 1.500 violazioni. Questo in sintesi il bilancio dell'attività ispettiva del Garante privacy  nei primi sei mesi del 2015.

Gli accertamenti, svolti anche con il contributo delle Unità Speciali della Guardia di finanza - Nucleo speciale privacy,  hanno riguardato il marketing telefonico svolto dai call center operanti all'estero; il mobile payment; la geolocalizzazione dei dipendenti; gli istituti bancari; le reti tlc e Internet; il trasferimento di dati verso Paesi extra Ue; le strutture alberghiere; le aziende sanitarie (in particolare per quanto riguarda la sanità elettronica); le centrali rischi. Il quadro che ne emerge mostra diffuse illiceità nel trattamento dei dati delle persone; una ancora insufficiente informazione agli utenti sull'uso dei dati personali da parte di Pa e aziende (110 violazioni riscontrate); violazioni relative a banche dati, pubbliche e private; mancata adozione delle misure di sicurezza; tempi eccessivi di conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico.

Numerosi anche i procedimenti sanzionatori per omessa notificazione al Garante con riferimento a trattamenti di particolare delicatezza e le sanzioni  per non aver risposto alle richieste di informazione e documentazione del Garante. In questo semestre un particolare rilievo hanno avuto le 1.172 sanzioni contestate dalla Guardia di finanza nell'ambito di una complessa indagine antiriciclaggio che ha visto coinvolte alcune società operanti nel settore del trasferimento di denaro (money  transfer). Dagli accertamenti è emerso che tali società avevano utilizzato illecitamente i dati di centinaia di persone o clienti ignari per frazionare fittiziamente il trasferimento all'estero di ingenti somme di denaro ed  eludere così i limiti che impongono agli operatori la segnalazione di transazioni al di sopra di certe soglie.

Per quanto riguarda, invece, le violazioni penali, le  segnalazioni inviate alla magistratura hanno riguardato soprattutto casi di mancata adozione delle  misure minime di sicurezza e violazioni dello Statuto dei lavoratori.

Nel mese di luglio il Garante ha varato il piano ispettivo per il secondo semestre 2015 che prevede non solo la prosecuzione dei controlli già avviati, ma anche l'individuazione di nuovi ambiti di intervento. Le verifiche  del Garante si accentreranno sui trattamenti di dati svolti in relazione alla fidelizzazione della clientela (carte fedeltà, pay back);  sull'attività dei Caf legata alla trasmissione on line del 730 precompilato; sul marketing telefonico;  sulla implementazione delle misure per la tracciabilità delle operazioni bancarie.  Particolare attenzione, dopo il caso Hacking Team, verrà posta ai trattamenti di dati effettuati da software house che forniscono servizi di supporto all'attività della polizia giudiziaria e alla magistratura.

L'attività ispettiva riguarderà,  inoltre, come di passi, le istruttorie riguardanti le segnalazioni, i reclami e i ricorsi dei cittadini;  la verifica dell'obbligo di notificazione; il rispetto delle norme sull'informativa e il consenso; l'adozione delle misure di sicurezza a protezione dei dati sensibili trattati da soggetti pubblici e privati e verrà svolta anche in collaborazione con il Nucleo speciale privacy della Guardia di finanza.

Confartigianato - Ai massimi la fiducia delle imprese: a settembre + 2,3 punti per quelle artigiane

Confartigianato, Comunicato Stampa del 29 settembre 2015

Due fasi recessive intense e ravvicinate non hanno fiaccato la propensione al rischiare, la capacità di innovare e creare lavoro delle imprese italiane.

A settembre 2015 crescono gli indicatori del clima di fiducia in tutti i settori: nel settore manifatturiero sale a 104,2 da 102,7, nelle costruzioni a 123,3 da 119,5, nei servizi di mercato a 112,2 da 110,0 e nel commercio al dettaglio a 108,8 da 107,8.

In particolare l’indice che considera la composizione dell’occupazione presente nell’artigianato registra un aumento di 2,3 punti, passando dal 109,6 di agosto a 111,9 di settembre, consolidandosi ai massimi storici.

Anche a fronte di risultati economici in via di consolidamento, un elevato livello di fiducia delle imprese influenza positivamente le aspettative, sulla base delle quali vengono prese le decisioni su variabili chiave per la vita dell’impresa quali gli investimenti e la dotazione di capitale umano.

Prendendo a riferimento come base l’inizio 2009 si osserva che la lunga e persistente crisi delle costruzioni mantiene le fiducia degli imprenditori del settore – seppur in crescita – al di sotto di quella espressa delle imprese manifatturiere e dei servizi.

Nelle imprese manifatturiere migliorano sia i giudizi sugli ordini (a -11 da -15 il saldo) sia le attese sulla produzione (a 12 da 11), nelle costruzioni migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione sia le attese sull’occupazione (a -30 da -32 e a -7 da -10, i rispettivi saldi), nelle imprese dei servizi migliorano i giudizi e le attese sugli ordini (a 9 da 4 e a 10 da 6, rispettivamente) mentre nel commercio al dettaglio migliorano i giudizi sulle vendite correnti (a 16 da 14).

Autorizzazioni internazionali al trasporto di merci su strada

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Decreto Ministeriale dell’11 settembre 2015 (Provvedimento pubblicato nella G.U. 25 settembre 2015, n. 223)

Modifiche al decreto 9 luglio 2013 recante: «Disposizioni di applicazione del decreto 2 agosto 2005 n. 198 in materia di autorizzazioni internazionali al trasporto di merci su strada»

Art.1
Al decreto dirigenziale del 9 luglio 2013 recante "Disposizioni di applicazione del decreto 2 agosto 2005 n. 198, in materia di autorizzazioni internazionali al trasporto di merci su strada" sono apportate le seguenti modifiche:

1. All'art. 1 comma 5, il testo è modificato come segue "Fermo quanto previsto al comma 2, ai fini dell'ottenimento delle autorizzazioni, le imprese devono avere in disponibilità veicoli di massa complessiva superiore a 3,5 tonnellate a titolo di proprietà, di leasing, di usufrutto, di vendita con riserva di proprietà."

2. Il titolo dell'art. 2 è modificato come segue: "Graduatoria per l'assegnazione delle autorizzazioni multilaterali CEMT rimaste in disponibilità dopo la procedura di rinnovo".

3. L'art. 2, comma 2 è riformulato come segue: "La partecipazione alla graduatoria di cui al comma 1 è riservata alle imprese di cui all'art. 1".

4. All'art. 3, comma 1, sono apportate le seguenti modifiche:

il punto a) è soppresso;

al punto b) il valore "0,4 punti" viene sostituito con il valore "0,8 punti";

al punto c) il valore "0,6 punti" viene sostituito con il valore "1,2 punti";

il punto h) è soppresso.

5. All'art. 3, comma 6 la percentuale di decurtazione del punteggio totale è ridotta dal 30% al 10%.

6. Il titolo dell'art. 4 è modificato come segue: "Ripartizione per graduatoria delle autorizzazioni multilaterali CEMT rimaste in disponibilità dopo la procedura di rinnovo".

7. All'art. 4, i commi 1 e 2 sono riuniti e riformulati in un solo comma nei termini che seguono: "Le autorizzazioni CEMT vengono ripartite fra le imprese richiedenti secondo il criterio di cui all'allegato 9 attraverso il quale il numero di autorizzazioni CEMT viene assegnato a ciascun richiedente dopo che l'ammontare disponibile è ripartito per ciascuna tipologia di validità (autorizzazioni libere - autorizzazioni limitate per alcuni Stati).

Il criterio di ripartizione prevede una correlazione del numero di assegnazioni con i punteggi ottenuti dalle imprese a seguito dei criteri indicati nell'art. 3. Il criterio di correlazione è declinato differentemente per ciascuna tipologia di validità della autorizzazioni al fine di garantire una più ampia distribuzione delle tipologie libere".

8. All'art. 8 alla fine del comma 5, è aggiunta la frase: "Tali restanti quote sono tenute a disposizione dell' impresa che deve farne richiesta entro il 31 ottobre dell'anno di riferimento".

9. All'art. 8 è aggiunto il comma 6: "Le quantificazioni di cui ai commi precedenti devono essere considerate per singola tipologia di autorizzazione".

10. All'art. 9 il comma 2 è riformulato come segue "Possono ottenere autorizzazioni a viaggio a titolo precario le imprese non titolari di assegnazioni fisse e le imprese titolari di assegnazioni fisse già utilizzate in misura non inferiore al 70 % nella relazione di traffico richiesta con assegnazione, in quest'ultimo caso e a scelta della impresa, o di una quota pari alla prima quota di assegnazione fissa o di un ammontare pari a quello che viene comunque previsto per le imprese non titolari di assegnazione fissa, fermo quanto previsto dell'art. 10 comma 3".

11. All'art. 9 sono aggiunti i seguenti commi:

comma 6: "Le imprese devono restituire ai fini dell'istruttoria delle successive domande - anche a fini statistici - tutte le autorizzazioni assegnate incluse quelle non utilizzate appena scaduto il loro termine di validità";

comma 7: "Le quantificazioni di cui ai commi precedenti devono  essere considerate per singola tipologia di autorizzazione.".

Art.2
Per la sola annualità 2015 il termine perentorio di presentazione delle domande di rinnovo per le autorizzazioni bilaterali nonché di quelle di conversione in assegnazione fissa, di cui all'art. 11 comma 2 del decreto dirigenziale 9 luglio 2013 viene fissata al 31 ottobre 2015.

Allegato 9

CRITERIO DI RIPARTIZIONE PER GRADUATORIA ALLE IMPRESE DELLE  AUTORIZZAZIONI MULTILATERALI CEMT RIMASTE IN DISPONIBILITÀ DOPO LA PROCEDURA DI RINNOVO (ART. 4 COMMA 1)
Per ciascuna delle tipologie di autorizzazioni CEMT (autorizzazioni libere - autorizzazioni limitate per alcuni Stati) la procedura di ripartizione alle singole imprese consiste nella attribuzione di un numero di autorizzazioni correlato al punteggio risultante dalla applicazione dei criteri di cui all'art. 3 fatti salvo i limiti di cui all'art. 10.

Il numero di autorizzazioni da attribuire a ciascuna impresa per ciascuna tipologia di autorizzazioni (autorizzazioni libere - autorizzazioni limitate per alcuni Stati) è determinato come segue:

Nass = ( Pi + k * Pmax) * Ndisp / ∑ (pi + k * Pmax)

Dove

Nass = Numero di autorizzazioni assegnato alla singola impresa

Pi = punteggio di cui all'art. 3 assegnato alla impresa

Pmax = massimo punteggio ottenuto dalle imprese presenti nella graduatoria

Pi + k * Pmax = punteggio valorizzato con il punteggio massimo

Ndisp = numero di Autorizzazioni a disposizione per ciascuna tipologia

∑ (pi + k * Pmax) = somma dei punteggi di tutte le imprese valorizzati con il punteggio massimo

k = 2 per le autorizzazioni libere

k= 1.75 per le autorizzazioni limitate per 2 Stati

k= 1.25 per le autorizzazioni limitate per 3 o più Stati

Per ciascuna delle tipologie la procedura prevede la redistribuzione - secondo processi iterativi - delle autorizzazioni che residuano in conseguenza sia della applicazione dei limiti di cui all'art. 10 sia della approssimazione a valori interi derivante dalla applicazione della formula di correlazione.

Cdl - Permessi per allattamento, verifica delle rinunce spontanee

Consiglio Nazionale Consulenti del Lavoro, Nota del  28 Settembre 2015

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali risponde all'interpello n.23 posto dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro in data 24 settembre 2014 sul tema riguardante il diritto della lavoratrice madre di rinunciare ai permessi per l'allattamento durante il primo anno di vita del bambino. Per il Ministero la fruizione dei permessi giornalieri costituisce un diritto potestativo della lavoratrice madre, che può, quindi, decidere liberalmente se usufruirne.

 Inoltre, se il datore di lavoro negasse alla lavoratrice madre il permesso giornaliero, andrebbe incontro ad una sanzione; se invece la lavoratrice non usufruisse più del permesso richiesto, non ci sarebbe alcuna sanzione per il datore. Il Ministero vigilante ha in ogni caso il potere di verificare la spontaneità della rinuncia ai permessi, che deve avvenire sempre nell'interesse della lavoratrice madre.

Abi - Oltre 965 milioni di euro per la formazione negli anni 2008-2014

Abi, Comunicato Stampa del 26 settembre 2015

Il dato contenuto nell’ultima rilevazione del Fondo bilaterale banche e assicurazioni

Oltre 965 milioni di euro per la formazione dei lavoratori bancari e assicurativi: negli anni di crisi, 2008-2014, l’Fba – il Fondo bilaterale banche e assicurazioni – ha continuato ad imprimere una forte spinta ai piani formativi interni per gli addetti di categoria.

È quanto comunica l’ABI a seguito dell’ultima rilevazione statistica del Fondo.

Rispetto al finanziamento complessivo – prosegue ABI – oltre 546 milioni sono stati stanziati direttamente da Fba, il resto da cofinanziamento aziendale, impiegando più di 2,14 milioni di ore di formazione.

Cdl - Fatture elettroniche e obbligo di comunicazione del “conservatore”

Consiglio Nazionale Consulenti del Lavoro, Nota del 28 Settembre 2015

L’ Agenzia delle Entrate con risoluzione n. 81 del 25 settembre 2015, ribadisce:

a)     la facoltà, per chi emette/riceve fatture elettroniche, di conservare le stesse, così come le altre scritture contabili, tanto sul territorio nazionale, quanto all’estero, in Paesi con i quali esista uno strumento giuridico che disciplini la reciproca assistenza;

b)     l’obbligo di comunicare, tramite la dichiarazione dei redditi, che nell’anno di riferimento si è proceduto alla conservazione sostitutiva;

c)     in caso di controlli e verifiche, l’obbligo di rendere leggibili ed accessibili i documenti (fatture in primis) tanto dalla sede presso cui il contribuente svolge la propria attività, quanto dal diverso luogo in cui gli stessi sono fisicamente collocati, previa apposita dichiarazione da effettuare ai sensi del citato articolo 35, comma 2, lettera d), del D.P.R. n. 633 del 1972.

Con riferimento all’obbligo di comunicazione nella dichiarazione sub b), al rigo RS140 del Modello Unico PF (ovvero ai righi RS104 e RS40 per quelli SC e SP) va indicato «il codice 1, qualora il contribuente nel periodo di riferimento, abbia conservato in modalità elettronica almeno un documento rilevante» (cfr. pagina 43 delle relative istruzioni).

Con riferimento all’obbligo di comunicare il luogo di conservazione, sub c), le istruzioni ai modelli AA7/10 e AA9/11 (da quest’anno AA9/12), rispettivamente quadri E e F, chiariscono che la Sezione 1, relativa a “soggetti depositari e luoghi di conservazione delle scritture contabili”, va compilata quando i depositari stessi sono «diversi dal soggetto indicato nel quadro C (titolare)», tanto «nel caso in cui debba essere comunicata la sostituzione di un depositario», quanto «nel caso in cui debba essere comunicata esclusivamente la variazione di uno o più luoghi di conservazione delle scritture contabili già comunicati», dando poi eventuale e separata indicazione nella Sezione 2 dei “luoghi di conservazione delle fatture all’estero”.

Ciò premesso, il concetto di “conservazione” delle scritture contabili cui il D.P.R. n. 633 del 1972 e i relativi modelli in uso fanno riferimento - in origine riferito ai soli documenti cartacei e, quindi, sostanzialmente coincidente con il concetto di “deposito” - deve necessariamente tenere conto del processo di dematerializzazione dei documenti fiscalmente rilevanti. In tale processo, infatti, il conservatore è il soggetto, definito dal CAD e riportato nel manuale di conservazione, il quale opera solo il processo di “conservazione elettronica” dei documenti fiscali. Questi può, peraltro, coincidere con il contribuente, oppure può assumere la veste del depositario (ossia di colui che gestisce la contabilità e che, ai fini fiscali, assume specifiche responsabilità), o può essere un soggetto terzo.

In tale ultima ipotesi, oggetto della presente istanza, poiché il conservatore (“elettronico”) non è il depositario delle scritture, il contribuente non è tenuto a farne comunicazione mediante il modello AA9/11 (essendo, in ogni caso, gli estremi identificativi del conservatore riportati obbligatoriamente nel manuale della conservazione), nel presupposto che, in caso di accesso, i verificatori siano messi in condizione di visionare e acquisire direttamente, presso la sede del contribuente ovvero del “depositario” delle scritture contabili, la documentazione fiscale, compresa quella che garantisce l’autenticità ed integrità delle fatture, al fine di verificarne la corretta conservazione. Va da sé che la mancata esibizione dei documenti sopra richiamati comporta gli effetti previsti dagli articoli 39 del D.P.R. n. 600 del 1973 e 52 del D.P.R. n. 633 del 1972.

Confesercenti - Istat: sale la fiducia consumatori e imprese a settembre, è al top da due anni

Confesercenti, Comunicato Stampa del 28 sttembre 2015

Confesercenti: famiglie e imprese credono nella ripresa, Governo premi la fiducia. Puntare sulle nuove imprese per favorire recupero occupazione

Migliora la fiducia di imprese e consumatori a settembre. In base ai dati Istat, l’indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta a 112,7 da 109,3 di agosto. Mentre l’indice composito del clima di fiducia delle imprese (Iesi), sale a 106,2 da 103,9 e mostra progressi in tutti i settori. La fiducia dei consumatori raggiunge a settembre il livello più alto da oltre 13 anni, 112,7 punti, rileva l’Istituto. Per trovare un dato maggiore bisogna tornare a marzo 2002 (114,4). Tutte le stime delle componenti della fiducia sono in progresso a partire da quella economica (a 143,2 da 133,1 di agosto) ma anche quella personale, corrente e futura.

Nel settore manifatturiero, l’indice sale a 104,2 da 102,7, in quello delle costruzioni a 123,3 da 119,5, in quello dei servizi di mercato a 112,2 da 110,0 e in quello del commercio al dettaglio (a 108,8 da 107,8). Più in dettaglio, nelle imprese manifatturiere migliorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese sulla produzione, mentre i giudizi sulle scorte rimangono stabili. Quanto alle costruzioni, migliorano sia i giudizi sugli ordini o piani di costruzione sia le attese sull’occupazione. Nelle imprese dei servizi sono in progresso i giudizi e le attese sugli ordini ma non le attese sull’andamento generale dell’economia. Infine, nel commercio al dettaglio, migliorano i giudizi sulle vendite correnti, mentre peggiorano le attese sulle vendite future e sono giudicate in diminuzione le giacenze di magazzino.

“Le imprese e le famiglie italiane hanno decisamente percepito l’inversione di tendenza e confermano di credere nella ripresa. I dati mostrano a settembre un netto miglioramento del clima di fiducia nel Paese – per i consumatori tornato a addirittura a livelli pre-crisi – che darà maggior forza alla ripartenza dell’economia”. Così Confesercenti sui dati Istat sulla fiducia di consumatori e imprese a settembre.

Particolarmente positivo è il dato dei consumatori, anche se le rilevazioni – presumibilmente – ancora non incorporano gli effetti del recente scandalo emissioni che ha coinvolto diverse case automobilistiche europee. Le famiglie cominciano comunque a intravedere gli spiragli della ripresa, come dimostrato dal miglioramento considerevole della componente del clima di fiducia relativo alla situazione economica generale dell’Italia.

C’è da notare, però, che il giudizio sulla situazione della propria famiglia, pur rimanendo in campo positivo, non mostra incrementi di particolare rilievo. Si rileva maggiore fiducia anche per quanto riguarda le attese sulla disoccupazione, che però rimane ancora una delle preoccupazioni principali delle famiglie italiane. Sempre ottimiste, ma più prudenti, le imprese. In particolare quelle che operano sul mercato interno come le imprese del  commercio al dettaglio, che registrano un lieve peggioramento per le attese future delle vendite: segnale che l’incremento di fiducia dei consumatori deve ancora tramutarsi in un equivalente aumento della spesa.

Complessivamente, comunque, l’accelerazione di settembre conferma la ripartenza ed un generale consenso sulle misure messe in campo e anche su quelle annunciate dal Governo. Adesso, però, la fiducia va premiata. In primo luogo accelerando sulla revisione della previdenza, favorendo la flessibilità in uscita e le staffette generazionali; ma anche proseguendo con il piano di intervento predisposto per le imprese nel mezzogiorno. Su tutto, serve una politica economica di sostegno alle nuove imprese: l’unica strada per garantire un recupero rapido dei livelli occupazionali.

Miur - Ricerca, 1,7 miliardi per il finanziamento degli Enti

Miur, Comunicato Stampa del 28 settembre 2015

Pubblicato il decreto di riparto del FOE

È disponibile sul sito www.istruzione.it il decreto di riparto del FOE, il Fondo ordinario di finanziamento degli Enti di Ricerca vigilati dal Miur. Il decreto è stato registrato dalla Corte dei conti, dopo il vaglio delle Commissioni parlamentari, ed è dunque immediatamente efficace.

Il Fondo prevede per il 2015 uno stanziamento di 1,7 miliardi. Più di 80 milioni sono destinati ad attività di ricerca di valenza internazionale, anche in previsione dell’avvio del nuovo programma europeo Horizon 2020. Oltre 99 i milioni per la quota premiale del Fondo. Circa 30 milioni vengono stanziati per progettualità di carattere straordinario. Un milione è destinato all’assunzione per chiamata diretta di ricercatori e tecnologi italiani o stranieri dotati di altissima qualificazione scientifica.

Mef - Di cosa parla il rapporto della Commissione EU sulle tasse?

Mef, Nota del 28 settembre 2015

Numerose fonti di informazione riferiscono di "pressioni" della Commissione europea sulle scelte fiscali del Governo italiano, in vista della predisposizione della Legge di Stabilità. È così? In realtà oggi la Commissione ha pubblicato un proprio rapporto dal titolo "Tax reforms in EU Member States 2015 – Tax policy challenges for economic growth and fiscal sustainability". Si tratta di un rapporto che descrive le riforme in campo tributario realizzate dai 28 Stati membri dell'Unione europea alla luce di una duplice sfida: sostenere la crescita economica e rafforzare la stabilità dei bilanci pubblici.

Il rapporto tratta dell'Italia in numerosi passaggi. Poiché i media si sono concentrati sulla questione delle imposte sulle proprietà immobiliari, riproduciamo qui di seguito numerosi altri passaggi che riferiscono di altro: per esempio le misure già intraprese per ridurre in modo permanente le tasse sul lavoro nel 2014 e nel 2015, l'attuazione della riforma fiscale, lo split payment per contrastare l'evasione, le agevolazioni ritenute esemplari sull’incremento del capitale d’impresa o l'accesso online alla dichiarazione dei redditi pre-compilata per 20 milioni di contribuenti.

 Il rapporto, nelle sue 123 pagine, contiene molte altre considerazioni comparative sui 28 Stati dell'UE.

Il lettore e il contribuente che vogliono farsi un'opinione puntuale della questione possono leggere direttamente il rapporto, disponibile sul sito della Commissione.

Ecco alcuni estratti facilmente reperibili nel documento usando "Italy" come chiave di ricerca.

Eight Member States reduced labour taxes by means of measures targeted at particular groups, including low-income earners and workers with children (Belgium, Bulgaria, Estonia, France, Croatia, Italy, Malta and the UK).

In Italy, a tax credit for low-income earners, originally due to be phased out from 2014, was made permanent and labour costs became fully deductible from the regional production tax (IRAP). Additionally, employers' SSC for new employees taken on in 2015 on permanent contracts has been waived for three years.

Five countries (Ireland, Spain, Italy, Slovakia and the UK) introduced some form of modification to their R & D tax support system Six Member States (Ireland, France, Italy, Luxembourg, Malta and the UK) focused their attention on helping younger or smaller companies.

Stimulating socially responsible investment was also on the agenda of tax policy makers in a number of countries (Denmark, Spain, Italy, Malta and the UK). For example, tax reliefs for charitable giving were enhanced in Spain,Malta and Italy.

 Italy and Belgium modified their rules on the allowance for corporate equity (ACE). Italy increased the benefits associated with the allowance and the possibility to convert the allowance into tax credits that can be used to offset local taxes, should there be no tax liability against which to deduct the ACE.

 In order to simplify tax compliance, in particular for small businesses and self-employed people, tax authorities have, for a number of years now, been developing simplified regimes for these categories of taxpayer. Recent examples of measures adopted by Member States include the following: France introduced simplified tax returns; Italy set up a new simplified tax regime for self-employed people and introduced pre-filled tax returns, accessible online to 20 million taxpayers.

The Foreign Account Tax Compliance Act came into effect in Italy, Latvia, Lithuania, Poland, Slovenia and Sweden.

 In order to tackle VAT evasion, Italy approved a split payment system for public administration suppliers and the extension of the reverse charge mechanism to sectors characterized by a high risk of VAT evasion. As part of a broader review of its tax system, Italy issued draft legislation that redefines the concepts of abuse of law and tax avoidance, with the aim of increasing legal certainty for taxpayers. Belgium, the Czech Republic, France, Italy, Latvia, Hungary, Austria, Portugal and Romania and, to a lesser extent, Germany, Estonia, Croatia Lithuania, the Netherlands, Finland and Sweden, appear to have both a potential need to reduce a relatively high tax burden on labour (either overall or for specific groups) and potential scope to increase the least distortive taxes. These Member States could, therefore, consider shifting the tax burden away from labour. It should be noted that, as explained in Section 2.1, some of these countries also need to address risks to their fiscal sustainability. A number of countries also appear to have scope for a partially unfinanced reduction in labour tax but, as already noted, these results should be interpreted with great caution. More in general, given that many EU countries still need to make further efforts to comply with the obligations of the Stability and Growth Pact and to make their budgets sustainable in the medium or long term, careful attention needs to be given to the design of any reduction in labour tax, and also to the timing and sequencing of its implementation.

As shown in Table 3.1, Greece, Spain, Italy, Poland and the UK have a VAT revenue ratio significantly below the EU average. The ratio of the average household VAT rate to the standard rate is also very low in these countries, suggesting that the low VAT revenue ratio is due to policy issues, and not, or not only, to poor compliance. Greece, Italy and Spain, do, however, also appear to have a high VAT compliance gap. Bulgaria, the Czech Republic, Greece, Spain, Italy, Latvia, Lithuania, Hungary, Malta, Poland, Romania and Slovakia can be seen to have a VAT gap significantly higher than the EU average.

 Based on the general screening (as shown in Table 3.1), Greece, Spain, Italy, Poland and the UK are found to have particular room for manoeuvre to improve the efficiency of their VAT systems by limiting the use of reduced rates and non-compulsory exemptions. Greece, Italy, Poland and the UK also apply reduced rates and grant exemptions to specific services in the telecommunications sector and could consider limiting these reduced rates and exemptions.

A number of Member States make use of this possibility and charge reduced VAT rates on some or all of these energy products, namely Belgium, Ireland, Greece, France , Italy, Latvia, Luxembourg, Hungary, Malta, Poland, Portugal and the UK. […] in the specific case of France, Greece, Italy, Ireland, Luxembourg and the UK, reduced rates provide greater support to the lower than the higherincome households as a proportion of expenditure. As discussed in last year’s report, at least 10 Member States (Belgium, Germany, Estonia, Greece, France, Italy, Cyprus, Luxembourg, Austria and the UK) apply somewhat out-of-date property values. A number of Member States (including several of those mentioned above) are currently reassessing real estate values, and several others are planning to do so.

Across the EU as a whole, transaction taxes generate revenue worth 0.8 % of GDP. As seen for recurrent taxes, the aggregate value hides significant variability at the level of the individual Member States. Belgium, Spain, France, Italy, Luxembourg and Malta recorded revenue close to or above 1 % of GDP in 2012. This includes revenue from other capital and financial transactions, however.

The countries where the user cost of housing investment is lowest are the Netherlands, Croatia, Estonia and Ireland. Finland, Austria and Denmark also have a relatively low user cost of housing investment. The highest user costs, meanwhile, are found in Italy, Latvia, Poland, Spain, Belgium, France and Greece. Of the different types of taxation, recurrent property taxes add the most to the user cost of housing investment, while tax relief on mortgage interest reduces the user cost, in some cases — in the Netherlands, Sweden and Denmark, for example — significantly so.

Abi - Segnali positivi per le nuove erogazioni di prestiti bancari

Abi, Comunicato Stampa del 29 settembre 2015

Nei primi otto mesi del 2015 crescono i finanziamenti a famiglie e imprese

Segnali positivi emergono per le nuove erogazioni di prestiti bancari: sulla base di un campione rappresentativo di banche (78 banche che rappresentano circa l’80% del mercato) i finanziamenti alle imprese hanno segnato nei primi otto mesi del 2015 un incremento del +15,9% sul corrispondente periodo dell’anno precedente (gennaio-agosto 2014). Per le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili, sempre nello stesso periodo, si è registrato un incremento annuo del +86,1% rispetto al medesimo arco temporale dello scorso anno. Nell’analogo periodo, le nuove operazioni di credito al consumo hanno segnato un incremento del +27,2%.

Con riferimento specifico ai mutui alle famiglie per l’acquisto delle abitazioni: i dati relativi al periodo gennaio-agosto del 2015 evidenziano la forte ripresa del mercato dei finanziamenti alle famiglie per l’acquisto delle abitazioni. Nel periodo gennaio-agosto 2015 l’ammontare delle erogazioni di nuovi mutui è stato pari a 28,920 miliardi di euro rispetto ai 15,543 miliardi dello stesso periodo del 2014. L’incremento su base annua è, quindi, dell’86,1%.

L’incidenza delle surroghe sul totale dei nuovi finanziamenti è pari, nei primi 8 mesi del 2015, a circa il 29%.

L’ammontare delle nuove erogazioni di mutui nel 2015 è anche superiore sia al dato dello stesso periodo del 2013, quando si attestarono sui 12,089 miliardi di euro, sia al valore dei primi otto mesi del 2012 (13,924 miliardi di euro).

Inoltre, le erogazioni dei primi 8 mesi del 2015 superano le erogazioni dell’intero 2014 (25,283 miliardi di euro).

I mutui a tasso variabile rappresentano, nei primi otto mesi del 2015, il 48,3% delle nuove erogazioni complessive; nei mesi più recenti sono in forte incremento i mutui a tasso fisso che hanno superato ad agosto 2015 il 60% delle nuove erogazioni, erano meno del 20% dodici mesi prima.

Roma, Palazzo Altieri, 29 settembre 2015

E-commerce: eBay e Confcommercio insieme per le pmi

Confcommercio, Comunicato Stampa del 29 settembre 2015

Giovedì a Roma conferenza stampa per la presentazione di un accordo mirato a favorire l'innovazione delle imprese e lo sviluppo delle modalità di vendita online. Verranno presentate un'indagine sulle pmi italiane e l'e-commerce e la guida "Vendere su eBay".

Favorire l'innovazione delle imprese e lo sviluppo delle modalità di vendita online. Questo, in sinesi, l'obiettivo generale dell'accordo tra eBay e Confcommercio che sarà presentato giovedì 1 ottobre, a Roma, nel corso di una conferenza stampa. Nell'occasione, saranno presentati anche i risultati di un'indagine sulle pmi italiane e l'e-commerce e la guida "Vendere su eBay", manuale operativo di business per le imprese realizzato da Confcommercio in collaborazione con eBay. Alla conferenza stampa interverranno Claudio Raimondi, general manager di eBay in Italia, e Alessandro Micheli, consigliere incaricato di Confcommercio per l'Innovazione e nuove forme di impresa nonché presidente del Gruppo Giovani Imprenditori della Confederazione.

Coldiretti - Scattata la raccolta delle olive, +30% produzione

Coldiretti, Nota del 29 settembre 2015

E’ già iniziata con anticipo di almeno una settimana in Italia la raccolta delle olive che quest’anno vedrà un aumento stimato in oltre il 30 per cento della produzione di olio rispetto al 2014, con una qualità ottima per l’andamento climatico favorevole. Ad annunciarlo è la Coldiretti con il via alla campagna olivicola che mette in moto un settore che può contare su un patrimonio di circa 250 milioni di piante su 1,1 milioni di ettari di terreno, con un fatturato di circa 2 miliardi di euro ed un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative.

Numeri che fanno dell’Italia il secondo produttore mondiale dopo la Spagna, ma anche il primo paese per numero di oli Dop (Denominazione di origine protetta), ben 43. L'extravergine fresco del nuovo raccolto esprime al meglio le note proprietà organolettiche, antiossidanti e nutrizionali che tendono a deperire nel tempo.

 Rispetto allo scorso anno, uno dei più neri della storia dell’olivicoltura italiana, con poco più di 300mila tonnellate d’olio, la produzione 2015 dovrebbe risalire a circa 400mila tonnellate, pur rimanendo sotto la media storica (intorno alle 500mila tonnellate). In compenso la qualità delle olive è ottima grazie anche al caldo che ha limitato gli attacchi della mosca olearia. Proprio la mosca era stata, assieme al maltempo, una delle cause del crollo produttivo fatto registrare lo scorso anno, il peggiore mai vissuto dall’olivicoltura italiana. In totale - sottolinea Coldiretti - si era registrato un crollo che in alcune regioni è stato anche oltre il 50 per cento.

 Il problema è che la scarsa produzione dello scorso anno ha favorito le importazioni dall’estero, che nel primo semestre del 2015 hanno visto l’arrivo di 321mila tonnellate di olio straniero, con un vero e proprio boom dalla Tunisia, dove le importazioni sono addirittura cresciute del 748 per cento nel giro di un anno. “Una situazione che - rivela il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo -, rischia di peggiorare ulteriormente dopo il via libera annunciato dalla Commissione Europea all’aumento del contingente di importazione agevolato di olio d’oliva dal paese africano verso l’Unione europea fino al 2017, aggiungendo ben 35mila tonnellate all'anno alle attuali circa 57mila tonnellate senza dazio già previsti dall'accordo di associazione Ue-Tunisia”. Una decisione sulla quale è giustamente intervento anche il ministro degli esteri Paolo Gentiloni affermando che “non si deve danneggiare l'economia agricola nazionale”.

Aumenta così infatti il rischio che vengano spacciati come Made in Italy prodotti di altri Paesi. L’Italia è infatti il primo importatore mondiale di oli di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri”. Il consiglio di Coldiretti è quello di guardare con più attenzione le etichette ed acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica.

 Sotto accusa è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicare per legge l’origine in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è pero’ quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile.

Inoltre spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all’italianità fortemente ingannevoli. I consumatori - conclude la Coldiretti - dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente. In attesa che vengano strette le maglie larghe della legislazione per non cadere nella trappola del mercato.

Intesa San Paolo e Confindustria insieme per l'innovazione e la competitività

Confindustria, Nota del 28 settembre 2015

Oggi a Firenze ha preso ufficialmente il via il roadshow “Puntiamo sulle imprese. Per una ripresa oltre le aspettative” che mira a sensibilizzare le pmi sulle opportunità offerte dal panorama normativo in materia di innovazione.

Con questa iniziativa, Intesa Sanpaolo e Piccola Industria Confindustria rilanciano la pluriennale partnership e siglano un nuovo accordo per sviluppare l’innovazione tra le pmi. Il roadshow si svilupperà su tutto il territorio nazionale al fine di coinvolgere il più ampio numero di piccole e piccolissime imprese, promuovere i contenuti della nuova policy a supporto dell’innovazione e far comprendere l’importanza di trasformarsi in pmi innovative.

L’iniziativa coinvolge anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero dello Sviluppo Economico, presenti all’incontro di Firenze e alle altre tappe del roadshow, per illustrare alle aziende le opportunità offerte dalla recente normativa in tema di innovazione.

Nella tappa di Firenze - realizzata in collaborazione con Confindustria Toscana – sono intervenuti, tra gli altri,  Alberto Baban, Presidente Piccola Industria Confindustria, Stefano Barrese, Responsabile Area Sales e Marketing Intesa Sanpaolo, Fabrizio Pagani, Capo Segreteria tecnica del Ministro dell’Economia e delle Finanze e Mattia Corbetta della Direzione Generale per la politica industriale del Ministero dello Sviluppo Economico.

Convenzione tra Autorità Nazionale Anticorruzione e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per implementazione dati del sistema AVCpass

Anac, Nota del 29 settembre 2015

Stipulata la Convezione, in data 25 settembre scorso, tra l’ANAC ed il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico, finalizzata ad acquisire nella Banca dati nazionale dei contratti pubblici le informazioni sulle comunicazioni telematiche del “prospetto informativo disabili”, effettuate dagli operatori economici a norma della legge 12 marzo 1999, n.68,  secondo le modalità dettagliate col Decreto ministeriale 2 novembre 2010. 

-         Vai al documento:

Istat – In aumento la fiducia dei consumatori e delle imprese

Istat, Comunicato Stampa del 28 Settembre 2015

L'indice del clima di fiducia dei consumatori, espresso in base 2010=100, aumenta a settembre 2015 a 112,7 da 109,3 del mese precedente. L'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator) in base 2010=100, sale passando a 106,2 da 103,9 di agosto. Entrambi gli indici permangono ai livelli massimi osservati negli ultimi due anni.

Tutte le stime delle componenti del clima di fiducia dei consumatori aumentano, con un incremento più consistente per quella economica (a 143,2 da 133,1) ma anche per quella personale (a 103,6 da 101,4), quella corrente (a 108,0 da 104,0) e quella futura (a 122,0 da 117,7).

Migliorano le stime sia dei giudizi sia delle attese dei consumatori sull'attuale situazione economica del Paese (a -47 da -61 e a 14 da 6, i rispettivi saldi). Gli intervistati vedono un rallentamento della crescita dei prezzi sia nei 12 mesi passati sia nei prossimi 12 mesi (a -19 da -14 e a -18 da -14 i saldi). Diminuiscono significativamente le attese di disoccupazione (a 7 da 25).

Riguardo le imprese, crescono tutti i climi di fiducia: quello del settore manifatturiero (a 104,2 da 102,7), quello delle costruzioni (a 123,3 da 119,5), quello dei servizi di mercato (a 112,2 da 110,0) e quello del commercio al dettaglio (a 108,8 da 107,8).

Nelle imprese manifatturiere migliorano sia i giudizi sugli ordini (a -11 da -15 il saldo) sia le attese sulla produzione (a 12 da 11), mentre i giudizi sulle scorte rimangono stabili (a 3). Nelle costruzioni migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione sia le attese sull'occupazione (a -30 da -32 e a -7 da -10, i rispettivi saldi).

Nelle imprese dei servizi migliorano i giudizi e le attese sugli ordini (a 9 da 4 e a 10 da 6, rispettivamente) ma non le attese sull'andamento generale dell'economia (a 16 da 19). Nel commercio al dettaglio migliorano i giudizi sulle vendite correnti (a 16 da 14), mentre peggiorano le attese sulle vendite future (a 28 da 29) e in diminuzione sono giudicate le giacenze di magazzino (a 10 da 12).

-         Prossima diffusione: 28 ottobre 2015

Settore aerospaziale: nuovo regime di aiuto per progetti di ricerca e sviluppo

Ministero dello Sviluppo Economico, Nota del 28 settembre 2015

È stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto che istituisce un nuovo regime di aiuto per le imprese del settore aerospaziale.

Il decreto, in continuità rispetto alle linee essenziali del precedente, presenta alcuni elementi innovativi e semplificazioni procedurali, in particolare per le piccole e medie imprese.

Per maggiori informazioni:

-         Decreto 3 luglio 2015

Agenti, la proposta Anama: corsi di formazione accessibili e formazione a distanza

Confesercenti, Comunicato Stampa del 29 settembre 2015

Agenti e mediatori Confesercenti: deve essere facile entrare, difficile restare disabili-computer-1-260x180ANAMA crede nello sviluppo del settore immobiliare, e quindi anche nell’allargamento della platea dei suoi professionisti. Un giovane diplomato o laureato deve essere messo in condizione di poter aspirare ad aprire la propria azienda nel settore dell’intermediazione immobiliare, per competere sul mercato. I requisiti imposti dalla legge sono onerosi, e prevedono il titolo di studio, la frequenza obbligatoria di un corso di formazione e il superamento di un esame presso la Camera di Commercio. Il tutto per ottenere la qualifica professionale che dà titolo a praticare l’attività di mediatore nei vari rami prescelti. Ma, nonostante viviamo nell’era digitale, caratterizzata dall’utilizzo del computer nei vari campi della società, vi è ancora chi ritiene che la formazione a distanza sia da bandire a favore di quella tradizionale in aula, a scapito dei meno abbienti e dei più disagiati. Da una ricerca effettuata dall’Ufficio Studi ANAMA balza evidente un’anomalia, rappresentata dalla Regione Lombardia che, per delineare i percorsi formativi per alcune professioni non riconosciute, non prevede la Formazione a Distanza (Fad), come invece fanno quasi tutte le Regioni italiane. Di fatti, analizzando la Delibera Giunta Regionale Lombardia 1 dicembre 2010, n. 9/887, ci si rende conto come la stessa non preveda, come ore di formazione, quelle eventualmente erogate in Fad. A dire il vero il Decreto di Giunta Regionale n° 6563/08 parla di utilizzo di Fad, e di eventuale formazione in pratica professionale (on the job), ma in un limite di un 20% dell’offerta formativa, che equivale a sancire di non credere nella formazione on-line. Infatti, se la Formazione a distanza nasce per venire incontro ai soggetti impossibilitati a frequentare le aule, la percentuale di utilizzo della stessa deve essere dell’80%, al fine di rendere meno pesante a chi si trova in difficoltà accedere all’offerta formativa. Sottolineiamo che, il più delle volte, si tratta di formazione continua prevista dalla legge per prepararsi ad un esame di qualifica professionale. A questo proposito, giungono voci che la Regione Lombardia abbia fatto pressione sulle Regioni più virtuose, come la Calabria e la Basilicata, che adottano il Fad come elemento principale della formazione professionale, affinché queste riducano la percentuale di ore on-line, per equiparare sempre più il modello formativo a quello “tradizionale” della Regione Lombardia. Secondo l’ANAMA la formazione d’aula, di fatto, ostacola la partecipazione di allievi e futuri imprenditori che risiedono in aree isolate, o colpiti da handicap, o molto più semplicemente alle prese con impegni di lavoro che non consentono loro, almeno non così facilmente come sarebbe consentito con la formazione a distanza, di conciliare gli impegni attuali con i programmi di apprendimento. Rinunciando alla formazione a distanza si rinuncia alla tecnologia, alla innovazione, al progresso, di fatto arretrando anche in questo campo rispetto al resto del mondo. La Legge 39/1989, e più specificatamente il Decreto 452/90 art 15, che regola l’accesso all’attività di agente d’affari in mediazione (che assieme agli agenti e rappresentanti di commercio, e agli agenti per la somministrazione di alimenti e bevande sono coinvolte nella D.G.R. LOMBARDIA 1 dicembre 2010, n. 9/887) stabilisce in 80 ore il minimo formativo per il candidato agente immobiliare che intende sostenere l’esame presso la Camera di Commercio di sua residenza: la Regione Lombardia ha invece stabilito in 220 ore il monte ore minimo per prepararsi all’esame, e per di più in assenza di on-line, ovvero con un massimo del 20%. Come a dire che il diversamente abile che vuole diventare agente immobiliare in Lombardia deve sobbarcarsi almeno 176 ore in aula, che sono non meno di 45 giorni, con cui il soggetto disagiato deve fare i conti. L’ANAMA ritiene, invece, che questo tipo di formazione, che ha come obiettivo l’immissione di soggetti al lavoro, deve essere più che mai favorita, in capo a tutti i cittadini italiani, utilizzando i sistemi innovativi così come richiesto a gran voce dalla Conferenza Stato Regioni del 21/11/2011, nella quale si è ribadito di: “soddisfare gli interessi dell’utente” individuando nella formazione a distanza una “modalità peculiare e attuale di formazione” dichiarando – a riguardo di una materia oltremodo delicata e significativa, quale è la formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, la cui efficacia mette in gioco la salute e la vita stessa dei lavoratori interessati – di voler “favorire, ove possibile, metodologie di apprendimento innovative, anche in modalità e-Learning e con ricorso a linguaggi multimediali, che garantiscano l’impiego di strumenti informatici quali canali di divulgazione dei contenuti formativi, anche ai fini di una migliore conciliazione tra esigenze professionali e esigenze di vita personale dei discenti e dei docenti”. Nel caso della Regione Lombardia è evidente che lo status quo piace più agli Enti di formazione tradizionali, visto il lievitare delle quote di partecipazione ai corsi, e alla corporazione dei professionisti già in attività, che in questo modo vedono frenata l’immissione nel mercato di nuovi giovani concorrenti. ANAMA comunica di aver dato incarico alla propria organizzazione, perché siano messi in campo iniziative ed interrogazioni, sia parlamentari che regionali, al fine di frenare un’azione politica che rischia di portare indietro l’Italia delle professioni, soffocando l’utilizzo di strumenti innovativi che, invece, caratterizzano la società attuale e, di certo, il futuro. Per ANAMA il piano formativo (formazione continua in preparazione all’esame) non dovrebbe superare le 100 ore, con al suo interno la Formazione a distanza (80%), la pratica professionale – stage (15%) ed eventualmente, un’aula finale di verifica dell’apprendimento del soggetto (5%).

Confcommercio - L'Istat avverte: "ripresa dei consumi meno rapida del previsto"

Confcommercio, Nota del 29 settembre 2015

In Senato via alle audizioni sulla nota di aggiornamento del Def. L'Istituto di statistica conferma che le stime riviste del governo sono in linea con i dati attesi, ma ammonisce: "la fiducia delle famiglie è significativamente indebolita dalla durata della crisi". Per la Corte dei Conti "permangono potenziali elementi di fragilità nel percorso programmatico di finanza pubblica".

Basta incertezza sulle tasse, soprattutto per quelle sulla casa. Nel promuovere il nuovo quadro dei conti pubblici tratteggiato dal governo con la nota di aggiornamento del Def, la Corte dei Conti suggerisce all'Esecutivo di "approfondire" l'impatto sulla crescita che si punta a ottenere attraverso il piano taglia-tasse annunciato da Matteo Renzi, che partirà il prossimo anno dalla Tasi sulla prima casa, dopo che negli ultimi anni ci sono stati ripetuti e "a volte contraddittori" interventi.  E mette in guardia dal rischio che previsioni che per ora sono "ragionevoli", ma che potrebbero rivelarsi "troppo ottimistiche" soprattutto per il mutato quadro internazionale, possano avere un effetto negativo sulla fiducia, che proprio ieri l'Istat ha registrato al top dopo gli anni più bui della crisi. Lo stesso istituto di statistica, sentito in Parlamento sul Def, certifica che le stime riviste del governo sono in linea con i dati attesi (il Pil anche nel quarto trimestre registrerà una crescita tra +0,2% e +0,4%, confermando in sostanza il +0,9% previsto dall'esecutivo). Allo stesso tempo però, visto che la crescita più robusta nella strategia del governo fa perno sulla ripresa della domanda interna, invita a fare attenzione perché "l'espansione dei consumi potrebbe essere meno rapida" del +1,5% previsto dal governo perché influenzata "da una moderata riduzione della disoccupazione e da un più lento ripristino delle condizioni di fiducia delle famiglie, significativamente indebolite dalla durata della crisi". Peraltro anche i magistrati contabili mettono in guardia perché "permangono potenziali elementi di fragilità nel percorso programmatico di finanza pubblica, che attengono alla tenuta del quadro di riferimento" esterno e "alla composizione della manovra". Anche perché l'aumento programmato del deficit "riduce i margini di protezione rispetto a una valutazione che potrebbe rivelarsi troppo ottimistica degli andamenti tendenziali" esponendo la gestione del bilancio "agli effetti di una perdita di fiducia che risulterebbe incompatibile con l' attuale impostazione". Incertezze derivano poi dalle previsioni del gettito fiscale, che potrebbe essere "inferiore a quanto stimato". Mentre andrebbero meglio specificate le misure che si vogliono mettere in campo per disinnescare le clausole di salvaguardia non solo per il 2016 ma anche per gli anni successivi (oltre 26 miliardi nel 2017, circa 29 a regime nel 2019). Uno dei pilastri della manovra doveva essere la spending review da 10 miliardi di cui, come notano anche i tecnici di Camera e Senato, non c'è più traccia specifica nel Nota. E se va bene immaginare un percorso più 'morbido', visto che già "lo sforzo nei tendenziali è notevole" e che misure troppo drastiche sarebbero recessive, la Corte dei Conti ricorda allo stesso tempo che proprio "adeguati risultati nel controllo della spesa appaiono come il più importante fra i fattori di credibilità" per il Paese.

Inail Lazio presente alle Settimane della Sicurezza 2015

L’evento dedicato alla sicurezza sui luoghi di lavoro si svolgerà nella villa comunale di Frosinone.

La direzione territoriale Inail Latina-Frosinone sarà presente alla IX edizione della manifestazione “Settimane della Sicurezza 2015” che si svolgerà lunedì 5 ottobre 2015 dalle ore 9:30 presso la villa comunale di Frosinone, via Cicerone. L’iniziativa è organizzata dalla Asl in collaborazione con regione Lazio, provincia di Frosinone, comune di Frosinone, comando provinciale dei vigili del fuoco di Frosinone, direzione territoriale del Lavoro, Miur - Usr. per il Lazio - Ufficio XI ambito territoriale per la provincia di Frosinone, l’Ares 118, università “La Sapienza” di Roma, Unindustria Frosinone, Federlazio Frosinone, Esef - Cpt Frosinone, Cassa edile Frosinone, Ance, Confartigianato Frosinone, Uai Frosinone, Uac Frosinone, Cgil Frosinone, Cisl Frosinone, Uil Frosinone, Sator Safety e Collegio dei periti industriali di Frosinone. Aifos è destinata agli studenti, agli operatori aziendali e a tutti coloro che intendano acquisire maggiori informazioni sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Dopo la cerimonia inaugurale sarà possibile visitare gli stand.

-         Programma:

Cgia di Mestre – Il Fisco rivede il redditometro

Cgia di Mestre, Nota del 28 settembre 2015

Il Fisco ha deciso di rivedere il redditometro, auspicando di venire a conoscenza anche delle spese sostenute dai contribuenti italiani nei centri di bellezza e per gli abbonamenti alla pay-tv. Dunque terme, spa, centri bellezza e abbonamenti alla pay-tv entrano nel mirino del Fisco. Come gli assegni al coniuge, le rette per gli asili nido e gli investimenti nei relativi fondi. Incrociando il reddito dichiarato e le spese effettuate, qualora lo scostamento superi il 20%, al contribuente viene data la possibilità di difendersi. Il primo passaggio è la notifica dell’invito a comparire per spiegare le incoerenze poi il contribuente viene invitato all’accertamento con adesione.

Più in generale, sono oltre 100 le voci di spesa sotto osservazione, che rispecchiano quelle della precedente versione, divise in consumi e investimenti. La prima comprende gli alimentari, l’abitazione (mutuo, affitto, condominio e anche i compensi all’agente immobiliare), i combustibili, i mobili, la sanità e i trasporti, con un dettaglio che scende fino al costo al metro per le riparazioni dei natanti a motore o a vela. Ma anche l’istruzione, il tempo libero e gli animali: ad esempio, per il mantenimento di un cavallo la spesa media prevista è di 5 euro al giorno, ma se si tiene in maneggio, si arriva a 10 euro: 3.650 euro l’anno.

Nella voce investimenti rientrano gli immobili e i beni mobili registrati, cui vanno detratti l’ammontare del mutuo o del finanziamento, ma anche le polizze assicurative, l’acquisto di azioni, obbligazioni e quote di fondi comuni.

La nuova versione accoglie i rilievi del Garante della privacy e cancella il criterio delle «spese medie dell’Istat», che non concorreranno quindi né alla selezione dei contribuenti né potranno venire utilizzate in sede di contraddittorio. Facciamo un esempio di quello che accadeva prima: supponiamo che il contribuente possedesse un’automobile per la cui manutenzione spendeva 5 mila euro l’anno, come risultava dalle relative ricevute. Nel momento in cui quel contribuente veniva sottoposto a una verifica di coerenza da parte dell’Agenzia delle Entrate, questa verificava sulle tabelle dell’Istat la spesa media per una simile manutenzione, e tra i due valori, quello dichiarato e quello medio, gli imputava il maggiore.

Le medie Istat che il Fisco metteva a confronto con i valori dichiarati erano i valori riportati nella serie «Spesa media mensile familiare» in cui, per ciascuna delle 11 tipologie di famiglie, a ogni bene o servizio acquistabile si attribuisce un valore medio di spesa, che cambia anche a seconda della collocazione territoriale. Un criterio, quello della media Istat, che è ben presto stato travolto dalle polemiche.

L’altra novità riguarda «la determinazione sintetica del reddito complessivo delle persone fisiche», per la quale «l’ammontare risultante dalle informazioni presenti in anagrafe tributaria si considera prevalente a quello calcolato induttivamente».

Messe a punto le nuove regole, il redditometro adesso può ripartire, anche se negli ultimi anni non ha dato gran prova di sé. Come ha fatto notare la Corte dei conti che, nell’ultimo rendiconto, ha registrato nell’ultimo anno un numero di accertamenti sintetici su persone fisiche pari a poco più di 11 mila, in calo di oltre il 48,5% rispetto al 2013 e del 69,4% rispetto al 2011.

Cdl - Il Jobs Act ridisegna la disciplina del collocamento obbligatorio

Consiglio Nazionale Consulenti del Lavoro, Nota del 28 Settembre 2015

Il decreto legislativo n. 151, in vigore dal 24 settembre 2015, disciplina la semplificazione degli adempimenti e la revisione del regime delle sanzioni in materia di lavoro.

Lo stesso decreto prevede rilevanti modifiche alla disciplina della legge n.68/90 in materia di collocamento obbligatorio.

Viene soppressa, con decorrenza dal 1°gennaio 2017, la finestra di tolleranza che consentiva ai datori di lavoro che raggiungevano il limite di 15 lavoratori computabili, di non procedere all’assunzione del soggetto riservatario fino a che non fosse assunto un sedicesimo lavoratore.

Tutti i datori di lavoro con un tasso di rischio INAIL superiore al 60 per mille, possono optare per l’esonero, a fronte del pagamento dell’importo di 30,64 euro al giorno per ciascun lavoratore non assunto. L’impresa ha la possibilità di procedere sempre e comunque con l’assunzione nominativa del lavoratore riservatario.

Sono previsti specifici incentivi, a partire dal 1°gennaio 2016, in favore dei datori di lavoro che assumono soggetti riservatari:

-         per le assunzioni dei lavoratori disabili con riduzione della capacità lavorativa superiore al 67 per cento l'incentivo, della durata di 36 mesi, è pari al 35% della retribuzione lorda mensile;

-         per le assunzioni dei lavoratori disabili con riduzione della capacità lavorativa superiore al 79 per cento l'incentivo, della durata di 36 mesi, è pari al 70% (a decorrere dal 1°gennaio 2017).

-         per le assunzioni dei lavoratori con disabilità intellettiva e psichica l'incentivo, della durata di 60 mesi, è pari al 70% della retribuzione lorda mensile. Per questi lavoratori sono incentivate anche le assunzioni a tempo determinato di durata non inferiore a dodici mesi (a decorrere dal 1°gennaio 2017). Gli incentivi saranno posti mensilmente a conguaglio da parte delle aziende con le denunce UNIEMENS trasmesse mensilmente dai Consulenti del lavoro.

Il decreto prevede, inoltre, l'emanazione di linee guida finalizzate a promuovere, tra l’altro, una rete integrata con i servizi sociali, sanitari, educativi e formativi del territorio e accordi territoriali con le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, con le cooperative sociali, le associazioni delle persone con disabilità, nonché con le altre organizzazioni del terzo settore.

Consumi: Coldiretti, con fiducia dopo 7 anni torna aumento spesa

Coldiretti, Nota del 28 settembre 2015

​La spesa delle famiglie italiane in alimenti e bevande inverte la rotta e torna ad aumentare dopo sette anni di riduzione consecutiva e si prevede a fine anno uno 0,3% di crescita cumulata nei dodici mesi. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base delle previsioni Ismea-Nielsen relative al  2015 in occasione della divulgazione dei dati Istat sul miglioramento della fiducia di imprese e

Consumatori. Siamo di fronte ad un significativo cambio di direzione dei consumi, se confrontato - sottolinea la Coldiretti - con la dinamica negativa del 2014 (-1%) e a quella egli anni precedenti. La spesa alimentare - spiega la Coldiretti - è uno speciale indicatore dello stato dell’economia nazionale poiché si tratta della principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione con un importo complessivo di 215 miliardi. Il cambiamento - conclude la Coldiretti - deve ora trasferirsi alle imprese agricole con una adeguata remunerazione dei prodotti che in molti casi s trovano tuttora al di sotto dei costi di produzione.

Confcommercio - Cresce ancora la fiducia di consumatori e imprese

Confcommercio, Nota del 28 settembre 2015

"Vola" a settembre la fiducia dei consumatori toccando i livelli massimi dal marzo del 2002. In forte crescita anche la fiducia delle imprese, mai così alta da fine 2007.

I dati Istat indicano che l'indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta a settembre a 112,7 da 109,3 del mese precedente. L'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane, sale passando a 106,2 da 103,9 di agosto. Entrambi gli indici permangono ai livelli massimi osservati negli ultimi due anni. Tutte le stime delle componenti del clima di fiducia dei consumatori aumentano, con un incremento piu' consistente per quella economica (a 143,2 da 133,1) ma anche per quella personale (a 103,6 da 101,4), quella corrente (a 108,0 da 104,0) e quella futura (a 122,0 da 117,7). Migliorano le stime sia dei giudizi sia delle attese dei consumatori sull' attuale situazione economica del Paese (a -47 da -61 e a 14 da 6, i rispettivi saldi). Gli intervistati vedono un rallentamento della crescita dei prezzi sia nei 12 mesi passati sia nei prossimi 12 mesi (a -19 da -14 e a -18 da -14 i saldi). Diminuiscono significativamente le attese di disoccupazione (a 7 da 25). Riguardo le imprese, crescono tutti i climi di fiducia: quello del settore manifatturiero (a 104,2 da 102,7), quello delle costruzioni (a 123,3 da 119,5), quello dei servizi di mercato (a 112,2 da 110,0) e quello del commercio al dettaglio (a 108,8 da 107,8). Nelle imprese manifatturiere migliorano sia i giudizi sugli ordini (a -11 da -15 il saldo) sia le attese sulla produzione (a 12 da 11), mentre i giudizi sulle scorte rimangono stabili (a 3). Nelle costruzioni migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione sia le attese sull' occupazione (a -30 da -32 e a -7 da -10, i rispettivi saldi). Nelle imprese dei servizi migliorano i giudizi e le attese sugli ordini (a 9 da 4 e a 10 da 6, rispettivamente) ma non le attese sull' andamento generale dell' economia (a 16 da 19). Nel commercio al dettaglio migliorano i giudizi sulle vendite correnti (a 16 da 14), mentre peggiorano le attese sulle vendite future (a 28 da 29) e in diminuzione sono giudicate le giacenze di magazzino (a 10 da 12).